LA MIA PRIMA VOLTA A GIBILTERRA


Sognando un orizzonte limpido


Nel pomeriggio qualche acquazzone ha annuvolato il cielo, ma alla fine penso, basta un po’ di vento a spazzare via le nubi. Controllo le previsioni meteorologiche sul cellulare, sembra previsto sole e così mi addormento con la convinzione di risvegliarmi domani ed iniziare il mio breve tour accompagnata da una bella giornata.

Un tragitto di soli 78 Kilometri mi farà raggiungere Gibilterra e finalmente mi troverò  nel luogo dove gli antichi pensavano finisse il mondo, l’estremo del conosciuto, il confine “non plus ultra”, il non più avanti dove sono posizionate le Colonne d’Ercole e dove se il cielo sarà limpido avrò la fortuna di vedere l’Africa all’orizzonte.

Parto alle 8 in punto da Marbella una cittadina andalusa nella Costa del Sol, con direzione estremo sud della Spagna, passata la Linea de la Concepciòn, dopo circa un’ora mi ritrovo nel protettorato britannico.
Vedo la dogana, solo tre auto davanti a me, è il mio turno, esibisco i documenti ed entro nella piccola Gibilterra. Il parcheggio del grande porto commerciale si trova appena dopo i controlli, staziono la mia automobile  e salgo su uno dei tanti mini bus in compagnia di una guida locale che mi farà raggiungere la parte più meridionale della città dove si trovano l’Europa Point, la Rocca, la moschea ed il faro.
Durante il breve percorso attraversiamo dei tunnel scavati a mano nella roccia, la carreggiata è stretta e dal finestrino riesco a catturare qualche immagine,  la guida spiega che all’estremità nord della Rocca si trovano e si possono visitare i “The Great Siege Tunnels”, un sistema di gallerie lungo più di 70 kilometri scavate nella parete rocciosa dai soldati britannici durante il Grande Assedio, nelle gallerie vi sono cannoni e riproduzioni di scenari di guerra, ma io non sono un’appassionata di storia e quindi decido di non visitarle per poter sostare più a lungo sul promontorio e poi nella “Old Town” e godermi così i paesaggi mozzafiato e l’atmosfera “Vecchia Inghilterra” del centro città.
Raggiungiamo la prima tappa, scendo dal pulmino, c’è un po’ di vento, mi dirigo a piedi verso il faro a pochi metri da me. I fari hanno sempre un fascino unico, mi fanno pensare a storie di marinai, a tempeste in mezzo al mare, ad approdi di salvezza. Ma quello di Gibilterra è ancor più unico, sotto di lui il Mar Mediterraneo si unisce all’Oceano Atlantico, le acque si mischiano nello Stretto in un grande abbraccio sotto gli sguardi africani, spagnoli ed inglesi.

Alle mie spalle “The Rock”, la Rocca, un monolito roccioso di 426 metri che solitario sovrasta tutto il paesaggio, ai suoi piedi, sempre dal piazzale del Faro la chiesa Our Lady of Europe e la bianca moschea Ibrahim-al-Ibrahim.
Scatto ancora qualche foto e risalgo sul mini bus, lasciamo l’Europa Point e risaliamo la Rocca, la salita è tortuosa e ci porta fino all’ingresso di “St. Michael’s Cave”, la Grotta di San Michele che con le sue stalattiti e stalagmiti illuminate di vari colori attira un milione di visitatori ogni anno.
All’uscita delle grotte mi accolgono le bertucce, i simpatici macachi che popolano questo luogo e che sembrano aver conquistato proprio tutti. I turisti approfittano a farsi un selfie con queste scimmie, ormai non più tanto selvatiche, ed anche io approfitto ad immortalarle mentre posano vanitose sulla staccionata.

Ma la mia attenzione si sposta verso il mare, siamo in alto, il cielo è limpidissimo, mi  allontano da tutto e metto in funzione il "reset". E’ una funzione che si attiva nel mio cervello automaticamente quando sono a contatto con la natura, l’odore della vegetazione, il silenzio, l’aria frizzante e la brezza del mare. Sono sulla Rocca di Gibilterra considerata dalla mitologia greca una delle colonne d’Ercole, il punto oltre il quale inizia il mondo sconosciuto, fantastico! 

Purtroppo è arrivata l'ora di risalire sul bus che ci porterà alle porte della città vecchia, scendo e con una breve passeggiata raggiungo la famosissima Main Street con i suoi negozi griffati. E' invasa dai turisti che approfittano a fare compere, Gibilterra è porto franco ed è il posto ideale per fare “shopping” a prezzi “low cost”, ma io non amo molto il caos e quindi mi allontano dalla via principale per cercare un ristorante dove pranzare.
Nell’angolo di un’ edificio appena fuori dal centro l’insegna di un “Pub” attira la mia attenzione, entro, tutto è in perfetto stile “British, un’ambiente molto accogliente e caldo, divanetti in pelle bordeaux, legno scuro per gli arredi, luci soffuse, ed appese al soffitto sopra la mia testa delle simpatiche bertucce inanimate, che però sembrano aver fame tanto quanto me.

Una grande lavagna espone il menù, scritte colorate e prezzi in sterline, decido di sedermi al tavolo accanto alla lavagna e sotto consiglio di un cameriere che parla a fatica lo spagnolo ordino un “Bangers and Mash”.

Una scelta azzeccatissima, mi è arrivato un’enorme piatto con salsicce, purè di patate, piselli, il tutto ricoperto da una saporitissima salsa alle cipolle.
Mi sono trattenuta un paio d’ore ed ho continuato provando del “Fish & Chips" e  due fantastiche torte, la “Strawberry and Cream cake” ed il “Pecan pie”.
In queste ore ho creduto di trovarmi in Inghilterra, una nostalgica Inghilterra di qualche decennio fa. 
Esco, e decido di riprendere la mia auto, un ultimo sguardo all’imponente Rocca, la dogana in uscita, i controlli, pochi metri e di nuovo in territorio spagnolo.

Al prossimo “sightseeing" di Annamaria
Grazie a @viaggioconisensi redattrice dell'articolo